Mons. Bettazzi ci ha accolto, migranti del lavoro, quando abbiamo iniziato la prima esperienza lavorativa a Ivrea.
Spaesati, in un contesto culturale nuovo, ci ha fatto sentire a casa.
Già ,studenti di Ginnasio, l’avevamo incontrato, senza ancora capire chi era, quando nel 68, abbiamo partecipato alla marcia della Pace di Pax Christi a Gibellina.
L’abbiamo poi conosciuto: gentile, accogliente, garbato, ironico nel raccontare barzellette, profetico per una Chiesa spoglia di clericalismo e burocrazia.
Monsignor Luigi Bettazzi è scomparso questa mattina prima dell’alba a 99 anni (ne avrebbe compiti 100 anni il 26 novembre) e fine alla fine è stato sempre disponibile e aperto al dialogo. Lui che era rimasto l’ultimo dei Padri conciliari, in una intervista, già sognava un Vaticano III.
Poco prima della chiusura del Vaticano II scese con alcuni Padri Conciliari (la maggior parte dei quali della Chiesa latino-Americana) nelle Catacombe di Domitilla a Roma per celebrare una Eucaristia chiedendo fedeltà allo Spirito di Gesù.( Patto delle Catacombe)
E’ stato tra noi a Castelbuono più volte.
Nel 2008 in occasione del 50 dell’Istituzione della Parrocchia Maria Assunta nella lectio da Lui presieduta ebbe a dire: “ La parrocchia non sia un ufficio, una macchina distributrice di sacramenti e certificati”.
Era nato a Treviso ma si era trasferito da giovane a Bologna dove aveva ricevuto l’ordinazione sacerdotale il 4 agosto 1946. Il 10 agosto 1963 la nomina a vescovo ausiliare di Bologna cui seguì il 4 ottobre la consacrazione episcopale.
Vescovo di Ivrea, dal 15 gennaio 1967 non si chiuse nella sua diocesi ma servì la Chiesa universale impegnandosi per la causa della non violenza,e della pace ( ha vinto, nel 1985,il Premio Internazionale dell’Unesco per l’Educazione alla Pace.); vicino alle lotte sindacali ( Olivetti e Lancia di Chivasso) dialogante con chiunque (non possiamo dimenticare lo scambio epistolare con il segretario del Partito comunista italiano Enrico Berlinguer. )
Nel 1978, assieme ai vescovi Clemente Riva e Alberto Ablondi, chiese di potersi offrire prigioniero in cambio del presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro rapito dalle Brigate Rosse; richiesta respinta dalla Curia Romana.
Queste le parole che ha scelto monsignor Farinella per ricordarlo: «“Non ti cerchiamo tra i morti, ma tra i vivi” (Lc 24, 5). Care sorelle, cari fratelli, alle prime ore dell’alba di questa mattina, domenica 16 luglio, il Signore ha chiamato a sé il Vescovo emerito di Ivrea mons. Luigi Bettazzi. È il Vescovo che mi ha cresimato, ordinato diacono e presbitero ed infine, come Vescovo co-consacrante mi ha “messo le mani sul capo” all’ordinazione episcopale, chiamato a diventare vostro Pastore. Affido a queste poche righe il mio ricordo e il cordoglio, invitando alla preghiera per lui, che tante volte è stato in mezzo a noi. Il Vescovo Luigi è stato un autentico Maestro con i suoi insegnamenti di vita, un vero Padre nei momenti belli e difficili della vita, e un grande esempio per il suo fiero amore alla Chiesa e l’impegno per la giustizia e la pace. Proverbiale è la sua carica umana e la sua capacità di intessere relazioni, improntate dal suo senso di arguzia e di allegria, forte quanto il suo impegno schietto per la giustizia, la pace e l’impegno per gli ultimi e gli indifesi.
Ho avuto la grazia di potergli stare accanto ieri, nel suo ultimo sabato terreno, nella sua residenza di Albiano, mentre lucidamente e serenamente si avviava a varcare le porte della vita eterna. Circondato dalle persone che, da tempo, lo accudivano con grande amorevolezza, sostenuti dall’invito alla preghiera del Vescovo di Ivrea mons. Edoardo Cerrato, incoraggiati dalle tante visite e attestazioni di riconoscenza e di amore al Vescovo Luigi, che ricoprono un arco ecumenico per appartenenza di diverso credo religioso e impegno sociale e civile, Egli come i Patriarchi biblici, Vescovo del Concilio Vaticano II, carico dei suoi anni, ricco in umanità, saggezza e misericordia, uomo delle beatitudini secondo il Vangelo e ricco di una fede incrollabile e di una grande intelligenza spirituale e culturale, continuerà ad essere sempre l’autentico testimone di pace e il Pastore di una Chiesa accogliente, aperta al dialogo con tutti, sinodale ante litteram, pronta a mettersi in gioco per la verità e per servire il bene comune, vicino a chi soffre. Sono tanti i ricordi e i motivi di gratitudine personali che in questo momento albergano nel mio cuore. Un sentimento che li vuole raccogliere tutti è la semplice parola “grazie” per quel suo ultimo sorriso e la sua mano rivolta verso l’alto a pregare il Padre Nostro e a dare la sua benedizione. Fino alla fine ha offerto e sperato di poter vedere riconciliati gli animi e realizzata la pace nel cuore degli uomini, nella Chiesa e nel mondo. Anche facendoci compiere lucidamente con le ultime forze che aveva un gesto di grande valenza: ha preso le mani di alcuni di noi presenti per stringerle con la sua in una promessa di continuare il suo impegno e il suo desiderio di vedere realizzati perdono e riconciliazione.
Riposa in Pace, Vescovo Luigi: anche nella tua ultima ora ci hai insegnato a ripetere con fiducia la preghiera di abbandono di fratel Carlo de Foucauld: “Affido l’anima mia alle tue mani, Te la dono mio Dio, con tutto l’amore del mio cuore perché ti amo, ed è un bisogno del mio amore di donarmi di pormi nelle tue mani senza riserve con infinita fiducia perché Tu sei mio Padre”. La accogliamo come una consegna e un impegno».
Di seguito video dei funerali.
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