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Vangelo del giorno
Mercoledì 24  Aprile 2024


In quel tempo, Gesù esclamò:
«Chi crede in me, non crede in me ma in colui che mi ha mandato; chi vede me, vede colui che mi ha mandato. Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre.
Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo.
Chi mi rifiuta e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho detto lo condannerà nell’ultimo giorno. Perché io non ho parlato da me stesso, ma il Padre, che mi ha mandato, mi ha ordinato lui di che cosa parlare e che cosa devo dire. E io so che il suo comandamento è vita eterna. Le cose dunque che io dico, le dico così come il Padre le ha dette a me».(Gv 12,44-50)
Bibbia – CEI 2008
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Per citazione
(es. Mt 28,1-20):
Per parola:

Attualità

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Non s’è mai stancato di raccomandare l’unità, eppure continuiamo a vivere  lo scandalo della divisione

“Non prego solo per questi, ma anche per quelli che per la loro parola crederanno in me; perché tutti siano una sola cosa.

Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato” ( Giovanni 17, 20-21)                                                                                                                      

Segnali incoraggianti dai lavori  della  delegazione cattolica guidata dal cardinale Kasper e dalla delegazione panortodossa guidata dal metropolita Zizioulas del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli

Più snella la strada  per la riunificazione di cattolici e ortodossi dopo lo scisma del 1054. 

Il Papa è il “primo dei patriarchi”, Roma è la “prima sede”, la Chiesa di Roma “presiede nell’amore”.  

 Dai lavori , tre determinati :la comunione ecclesiale, la conciliarità, l’autorità.   

Si concorda  che il vescovo è il capo della Chiesa locale e che nessuno può sostituirsi a lui che è l’Autorità locale.  

 Si riconosce  che “l’unica e santa Chiesa” si realizza contemporaneamente in ogni Chiesa locale, che celebra l’eucaristia, e nella comunione di tutte le Chiese.      Atri passaggi :  a livello regionale un gruppo di chiese riconosce al proprio interno un “ protos “ ( primo ),mentre a livello globale “ coloro che sono i primi nelle diverse regioni insieme a tutti i vescovi cooperano in ciò che riguarda la totalità della chiesa “… “ i primi dovranno poi riconoscere il primo tra di loro”.


La  conciliarità: è la cooperazione comune tra tutti. Tutti i vescovi  oltre a essere uniti tra di loro nella fede,  “hanno anche in comune la stessa responsabilità e lo stesso servizio nei confronti della Chiesa”. I concili sono lo “strumento principale” attraverso cui si esprime la comunione della Chiesa.

Il tumore è la seconda causa di mortalità in Sicilia, dopo le malattie cardiovascolari, con diecimila decessi l’anno.  Sono 90 mila i malati di patologie oncologiche ed a loro si aggiungono quasi sedicimila nuovi casi ogni anno.
Sotto accusa i cattivi comportamenti come il fumo, l’inquinamento e l’abbandono della “dieta mediterranea”. 

L’incidenza del tumore in Sicilia è ancora più bassa rispetto al resto del nostro paese e dell’Europa, ma il dato di mortalità è più alto, probabilmente a causa del ritardo nelle diagnosi.
Per il sesso maschile, la prima causa di mortalità in oncologia è il tumore di trachea, bronchi o polmoni (26.6 per cento dei casi), mentre per le donne risulta fatale nel 16.74 per cento dei casi il cancro alla mammella.
Al secondo posto per entrambi i sessi figura il tumore del colon retto (11.97 per le donne e 9.43 per gli uomini).

L’allarme per il cancro sta tutto in una cifra: sono 105.697 i siciliani che si sono ammalati di tumore tra il 2000 e il 2006.

Nello stesso arco di tempo si registrano 66 mila decessi per queste patologie. 

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Se ci guardiamo intorno… non c’è, nella nostra città,  una ” cerchia” familiare che non abbia uno o più casi di cancro nel proprio ambito. Combattere il cancro incide in maniera significativa sui bilanci delle aziende ospedaliere.

La nuova frontiera delle terapie farmacologiche rischia di far saltare i conti.

Non scordiamo, però, che l’arma più importante per combatterlo è la prevenzione.

E’ necessario, allora, che la politica sanitaria si convertà e investa di più sulla prevenzione qualificando e puntando sulla sanità pubblica,

 invertendo la rotta del dirottamento della maggior parte dei fondi alle strutture private che spesso, attraverso operazioni

di immagine, altro non fanno che sperperare e illudere.

     bregantini.jpg  saluto.doc                     Monsignor Giancarlo Bregantini, vescovo di Locri da 13 anni, da varie indiscrezioni giornalistiche ( alcune prettamente strumentali )  potrebbe lasciare l’amata e martoriata terra della Locride per la nuova sede di Campobasso.Lui smentisce, quasi a voler allontanare la terribile indiscrezione che pian piano  forse si  trasforma in realtà

Ne ricordiamo con affetto e stima la partecipazione al congresso Eucaristico Diocesano  di Cefalù di due anni fa, quando con dire molto umile ma deciso sottolineava “ voi avete già organizzato un grande congresso Eucaristico…, curanto in tutti i particolari …io ancora lo devo  definire…ma sono certo che lo cominceremo dalla parrocchia più martoriata della diocesi…

Padre Giancarlo, come continua ad essere chiamato dai suoi fedeli è vescovo  della diocesi di Locri-Gerace,, da 13 anni.

E’ stato tenace difensore dei calabresi contro  le “criminalizzazioni e generalizzazioni

Nella Locride si è impegnato nella costituzione delle cooperative sociali che hanno tolto spazio alla criminalità organizzata ed hanno dato ai giovani l’opportunità di un lavoro vero ed onesto.  

Dopo i fatti di Duisburg si è recato in Germania per inginocchiarsi davanti la pizzeria teatro dell’eccidio di agosto. 

 In relazione alle indiscrezioni del suo trasferimento ha dichiarato “ Siamo in attesa di una lettera ufficiale da parte della Santa Sede. Sono anch’io a conoscenza di queste voci che riguardano il mio trasferimento, ma non so altro “ “ Obbedire è sempre faticoso… Quando arrivai nella Locride, il vescovo Magrassi mi disse « Se obbedisci avrai la strada in salita, ma sarai sempre guidato dalla mano di Dio. Senza obbedienza invece la strada sarà più comoda, ma sarai solo

Un santo vincolo nuziale lega Padre Giancarlo alla sua sposa della locride; auspichiamo che Mons. Bergantini  resti tra la sua gente.

            00009106-constrain-240×300.jpg                «Avrei fatto il giornalista anche gratis: meno male che i miei editori non se ne sono mai accorti».    In questa frase è condensata la passione per il mestiere di “cronista” che coltivava da ragazzino, ben lontana da una ricerca di  intellettualismi.           

       

 Sempre sobrio e dimesso con distinta pacatezza ha affrontato, senza scomporsi, anche situazioni per lui dolorose, come il bando dalla Rai da parte di Berlusconi che col famoso” Editto di Sofia “   lo allontanava dalla TV pubblica assieme a Santoro e Luttazzi.

Tacciato come “ comunista” amava definirsi un socialista senza partito e un cristiano senza chiesa

 Ricevuto da Giovanni Paolo II dopo “ I dieci Comandamenti”, si meritò una ammiccante battuta: “La ringrazio anche a nome di Mosè”. 

 Ha lavorato sempre sodo, e a chi gli chiedeva la fonte di tanta energia rispondeva “Ho lavorato. Me l’ha insegnato mio papà che faceva l’operaio 

 E’ una grande voce che si spegne consegnando al giornalismo la necessità della semplicità e della ricerca della verità. 

 Penso che uscendo dal quotidiano spazio temporale abbia di nuovo sussurrato con Woody Allen “Non è che ho paura della morte. Vorrei solo non esserci quando arriverà

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