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Vangelo del giorno
Sabato 27 Luglio 2024

In quel tempo, Gesù espose alla folla un’altra parabola, dicendo:
«Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania.
Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: “Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?”. Ed egli rispose loro: “Un nemico ha fatto questo!”.
E i servi gli dissero: “Vuoi che andiamo a raccoglierla?”. “No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponételo nel mio granaio”».
(Mt 13,24-30)
Bibbia – CEI 2008
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Per citazione
(es. Mt 28,1-20):
Per parola:

 

  La Madre di Gesù è la figura al femminile più nota e più amata non soltanto nei Vangeli ma in tutta la storia della salvezza. Sfuggente ma costantemente e discretamente presente nel cammino dell’uomo; umile ma nello stesso tempo forte,­  silenziosa ma efficace, anche nel far cambiare opinione e programma a Gesù ( vedi nozze di Cana).

Questa donna per eccellenza spesso l’abbiamo banalizzata, edulcorata, privata della sua dimensione umana, mistificata.

A1 suo proclamarsi ” serva del Signore” abbiamo associato l’idea più assurda: quella di una  femminilità subordinata e passiva.

Nel proclamarsi ” serva del Signore” in Lei non c’è alcuna passività, ma la disponibilità sofferta, intrepida, creativa, anticonformista che è premessa indispensabile alla possibilità di essere discepoli di Gesù.

La sua crescita nella fede sarà lunga e tutt’altro che indolore.

Nel suo tormentato cammino di fede ella genera tre volte Gesù:

            alla vita terrena, col suo assenso al piano di Dio;

           alla vita pubblica col suo intervento a Cana;

           alla vita eterna con la sua presenza silenziosa sotto la Croce.

Il Magnificat non è un discorso di Maria, ma un inno della chiesa primitiva, così come il Benedictus e il Nunc dimittis.

Riprende, infatti, alcuni temi propri della spiritualità dei ” poveri del Signore”: quello della LIBERAZIONE.

E’ un inno di gioia e di riconoscenza senza nulla di idilliaco; la sua spiritualità è insieme pacifica e guerriera.

La salvezza che Dio dona al suo popolo è un fatto totale che non si esaurisce nella liberazione in senso storico-temporale ma dalla quale non può prescindere.

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