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Vangelo del giorno
Martedì 16 Aprile 2024
In quel tempo, la folla disse a Gesù: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: “Diede loro da mangiare un pane dal cielo”».
Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo».
Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane».
Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!».


(Gv 6,30-35)
Bibbia – CEI 2008
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Per citazione
(es. Mt 28,1-20):
Per parola:

Da “Uno stralcio della conversazione di don Giuseppe Dossetti ai giovani preti foggiani”   Montesole 21 giugno 1996 

 ( da” Voce di Popolo – 18.01.2007 )

  Io dico due cose, e una terza la aggiungo, come dice il libro dei proverbi. Le due sono queste: il Vangelo e i Salmi.  Nessuna scoperta.  Credo che astutamente tutta la vita della chiesa oggi più che mai, domani più che oggi, in un grande flusso storico che adesso neppure possiamo prevedere o sognare ma che è alle porte 

 nei prossimi anni, nei primi anni del secolo prossimo, tutta la vita della Chiesa dipenda dal Vangelo, inquadrato e naturalmente vissuto nell’Eucarestia.

     Vangelo e Salterio

 Il Vangelo: che i preti e i laici, senza differenze quasi, si immergono nel Vangelo.

 Questo lo dico con una particolarissima e specifica insistenza anche quantitativa: leggerlo, leggerlo, leggerlo, leggerlo, formarvi su di esso, sul Vangelo letto infinitamente, mille volte al giorno se fosse possibile, sine glossa.   Lettura continua il più possibile.

 Leggete il vangelo, turandovi le orecchie e sradicando i pensieri; ci pensa poi Lui a sradicarli ancora più profondamente in un rapporto continuo, personale, vissuto,creduto con tutto l’essere; e sapendo di accogliere la parola di Dio come Gesù l’ha seminata quando andava per le strade della Galilea.

 Ascoltare il Vangelo così com’è, senza glossa,come diceva Francesco continuamente, in maniera che raschi il vostro cervello, veramente lo raschi completamente, e invece vi plasmi lo spirito.

  Raschi il cervello e plasmi lo spirito,senza che ve ne accorgiate non stancandovi mai perché è assurdo stancarsi del Vangelo.

  È di una profondità infinita inesausta e inesauribile. E continuamente ci plasma, ci sostiene, ci forma, ci crea, come cristiani prima di tutto.

Sino a Gregorio Magno, e anche dopo di lui, c’erano canoni che impedivano ad uno di diventare sacerdote se non sapeva il Salterio a memoria; si è prolungata a lungo questa tradizione nella Chiesa.

Non ci chiedevano lauree, non ci chiedevano studi di antropologia teologica, ma di sapere a memoria il Salterio.

    Questa, secondo me, era un esigenza di laurea più alta e più forte.

Sempre rispettando i valori che possono essere inclusi nella cultura moderna e nel progresso anche degli studi teologici e biblici, ma trascendendo.

Mi sono fatto rilegare l’edizione critica del Nuovo Testamento, quella fatta dai grandi, da Martini, Metzger, eccetera, con il Salterio dell’Alfa, greco, e li tengo insieme e continuamente passo dall’uno all’altro, li mescolo, li impasticcio, li lavoro, però sono loro che mi lavorano.

 Questo solo trovo che sia veramente fruttuoso e meritevole di farlo. Salterio e Vangelo, Vangelo e Salterio.

 Avete tanti impegni, ciascuno secondo la vostra collocazione pastorale o da un mandato superiore, però nulla impedisce questo; si fa insieme.

     Immergersi nella storia

 Queste sono le due cose che vi volevo dire.

 Adesso aggiungo la terza: la storia.

Bisogna immergersi nella storia, conoscerla, non superficialmente, ma profondamente.     Non potete fare a meno di conoscerla, di studiarla.

 E di studiare non solo la storia della Chiesa, ma anche la storia della civiltà e della società civile, della società e della civiltà profana, di quelle che noi chiamiamo “la storia mondana”.

 Perché il mondo c’è, è una componente essenziale del Creatore e del Redentore. E quindi bisogna averne il senso, non semplicemente leggere la cronaca.

 Un tempo, quando ero uomo politico, non leggevo i giornali, trovavo tutti i giorni il pacco di tutti i quotidiani d’Italia, e la rassegna stampa non la leggevo nemmeno.

Purtroppo in questi ultimi mesi, un po’ per la malattia, un po’ per una divagazione del mio spirito, un po’ per infedeltà, devo dire, mi ero rimesso a leggere i giornali.

Adesso che sono tornato qui, dove non mettevo piede da nove mesi o dieci, sono tornato alle mie origini, non leggo i giornali ma cerco di conoscere la storia. Attraverso grandi opere di storia: avere pazienza, entrarci dentro, dovrebbe essere un pochino la lettura, un pochino tutti i giorni.

Questo è indispensabile, più ancora che gli studi – scusate, mi umilio se dico una stupidaggine, forse la dico stupida, ma veramente stupida- più antica di alcuni teologumai.

  Oggi qui in Italia c’è un grande fervore degli scritti teologici o del pensiero rinato o appena formato. Ma sono molti teologumai.

 Non è Vangelo, sono ‘elucubrazioni su’ ma – penso io – sono sempre centrate o sempre meno vere esistenzialmente, sempre meno rapportate a quella che è la realtà che si sta facendo in maniera impressionante della vita della Chiesa e anche del mondo.

  Leggete libri di solida formazione storica, una pagina al giorno, ma con continuità.

È poco forse? Ma è indispensabile avere il senso storico, non tanto sapere i fatti, che delle volte sono troppo complessi o troppo parziali rispetto all’universalità del grande flusso storico, ma avere un po’ di senso storico.

 Allora si relativizzano, giustamente e con moderazione, anche tante cose che devono essere evidentemente superate, che possono essere state convenzioni storiche, ma non sufficientemente rapportate al nucleo essenziale del kerygma, dell’evangelo.

E scoprirete, attraverso questa occasione che vi è offerta dalla storia, evidentemente la necessità di arrivare sempre di più al sodo dell’evangelo, in modo sempre più liberante, sempre più di fede, sempre più capace di nutrire la vostra castità, la vostra povertà, la vostra obbedienza, per le necessità vitali dell’esistenza vostra e del mondo che vi circonda.

Senza di questo non si vive, non si hanno abbastanza stimoli veri, generali, complessivi, sintetici, a vivere da cristiani completi e da sacerdoti attivi e volenterosi nell’opera e nell’evangelo.

 Il Vangelo e i Salmi, come espressione della vostra preghiera, del vostro personale contatto con Dio; e la storia, fatta sui grandi libri, sulle grandi sintesi.

 

      

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