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Vangelo del giorno
Lunedì 22 Aprile 2024


In quel tempo, Gesù disse: «In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei».
Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro.
Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo. Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza».(Gv 10,1-10)
Bibbia – CEI 2008
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Per citazione
(es. Mt 28,1-20):
Per parola:

Con l’uscita di scena del Card Bagnasco per raggiunti liniti di età , la diocesi di Genova volta pagina; si chiude la stagione aperta e segnata dal Card. Siri più volte – da narrazioni “ di corridoio” – candidato , in tre conclavi, al soglio pontificio; sicuramente non ” progressista” e, in particolare, acceso contestatore dell’enciclica più famosa di Paolo VI, la “Populorum Progressio”.

A Genova arriva un padovano, padre Marco Tasca,  nato a Sant’Angelo di Piove di Sacco in provincia di Padova il 9 giugno 1957. Sacerdote dal 19 marzo 1983, ha svolto diversi incarichi all’interno della famiglia religiosa dei frati conventuali, divenendo dal 2005, con riconferme,  Ministro Provinciale.

Salutando i fedeli genovesi, P. Marco Tasca, si è soffermato su alcuni concetti fondamentali soprattutto nel magistero di Francesco, come misericordia e fratellanza: “Ogni pagina del Vangelo ci insegna che la paternità di Dio si declina concretamente nella vita dell’uomo con i colori della misericordia, che è l’altra cifra indispensabile per comprendere il cuore del Padre. Nel volto, nelle mani, nelle parole e nei gesti di Gesù, questa misericordia rende viva e palpitante la presenza di un Padre che non si contenta di attendere, ma muove il primo passo alla ricerca dell’uomo, bisognoso di perdono e assetato di pace. Nella sua disarmante novità, il messaggio evangelico ci annuncia che misericordia significa “miser in corde Def”: il cuore del Padre misericordioso è spalancato per noi, nella misura in cui siamo capaci di riconoscerci “miseri”.

Di seguito in testo del suo saluto a Genova.

Fratelli e sorelle carissimi, nel giorno in cui viene resa pubblica la notizia della mia elezione a vescovo della Chiesa di Dio che è in Genova, mi rivolgo a voi con le parole di San Francesco: “Il Signore vi dia pace!”. É proprio nella pace del Risorto che saluto fraternamente il vescovo Angelo, che fino a questo momento vi ha guidati e condotti sulla via del Vangelo; insieme a lui saluto il vescovo ausiliare Nicolò, i presbiteri, i diaconi, le religiose e i religiosi, gli operatori pastorali, i catechisti e tutti i fedeli laici della nostra Chiesa particolare. Tutti il Signore benedica e ricolmi della sua grazia.

Con molta semplicità vi confido che, qualche giorno, il mio cuore è colmo di trepidazione per l’inattesa notizia; al contempo, mi abita la serena certezza che il Pastore e guida delle nostre anime è il Signore Gesù, che riempie di gioia pasquale la nostra esistenza e ci conduce al Padre. È per questo che, quasi naturalmente, in questi giorni di attesa mi sono trovato a ripetere nel mio cuore questa preghiera a Gesù: “Signore, mostraci il Padre e ci basta” (Gv 14,8).

Mi ha sempre colpito il fatto che proprio la paternità sia la cifra più caratteristica della natura di Dio: è Gesù stesso a mostrarcelo, rivolgendosi a Dio con il termine “Padre” nel momento in cui insegna ai discepoli in che modo debbano vivere la dimensione fondamentale della preghiera. Questo insegnamento di Gesù contiene un’importante conseguenza per la vita di noi cristiani: la paternità divina è la fonte e il modello di ogni relazione all’interno della Chiesa.

Come figli dell’unico Padre, impariamo a essere, sentirci e vivere da fratelli; e sempre dalla paternità di Dio prende forma e contenuto genere di servizio e ministero all’interno della famiglia ecclesiale.

Ogni pagina del Vangelo ci insegna che la paternità di Dio si declina concretamente nella vita dell’uomo con i colori della misericordia, che è l’altra cifra indispensabile per comprendere il cuore del Padre. Nel volto, nelle mani, nelle parole e nei gesti di Gesù, questa misericordia rende viva e palpitante la presenza di un Padre che non si contenta di attendere, ma muove il primo passo alla ricerca dell’uomo, bisognoso di perdono e assetato di pace. Nella sua disarmante novità, il messaggio evangelico ci annuncia che misericordia significa “miser in corde Def”: il cuore del Padre misericordioso è spalancato per noi, nella misura in cui siamo capaci di riconoscerci “miseri”. Fratelli e sorelle, condivido queste riflessioni per dirvi che vengo a voi animato dal forte desiderio di vivere con voi in una comunità ecclesiale che costantemente rinnova a Gesù l’accorata richiesta degli apostoli: “Mostraci il Padre”. Fin da questo momento chiedo a Dio – e vi invito a chiedere con me e per me – che la mia missione tra voi sia caratterizzata dalla costante ricerca della comunione, del dialogo, della relazione fraterna. Porto con me, come povera dote, ciò che ho cercato di imparare e di vivere in questi ormai quasi quarant’anni di vita religiosa francescana, che si riassume nella fraternità. Come vostro vescovo, desidero essere padre e fratello, con il cuore sempre aperto all’ascolto e all’accoglienza tanto di coloro che verranno a bussare alla mia porta, come- vorrei dire, soprattutto! – di coloro che, per qualunque ragione, si trovano o si sentono lontani dalla nostra comunità ecclesiale.

Mi affido con tutto il cuore alla vostra preghiera, in attesa di incontrarvi tutti e ciascuno nella bella città di Genova, che da oggi sento anche mia. Interceda per tutti noi e ci conduca al Figlio suo benedetto la Vergine Santissima, che con voi imparo a venerare sotto il titolo di Madonna della Guardia. Il Signore vi dia pace!

Camposampiero, 8 maggio 2020

padre Marco Tasca OFMConv.

 

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