Siamo alla follia, cento studiosi, laici e religiosi, hanno redatto un documento di “protesta” in sette lingue contro Papa Francesco, colpevole di “ atti sacrileghi e superstiziosi “
Tra i firmatari il moralista John McCarthy, il teologo Brian Harrison, lo storico Roberto De Mattei, il giurista Paolo Pasqualucci, il medievalista Claudio Pierantoni, il patrologo John Rist, il filosofo Josef Seifert, lo storico Henry Sire, la principessa Glorias Thurn und Taxis e John Henry Westen fondatore del sito LifeSiteNews – ‘oltranzisti’ cattolici, per i quali il Pontefice si è macchiato di “gravi peccati” .
Nel documento definito di “protesta”, i firmatari – che citano a conforto delle loro tesi, fra gli altri, i cardinali Wlater Brandmueller, Gerhard Mueller, Raymond Burke, Jorge Urosa Savino, l’arcivescovo Carlo Maria Viganò e i vescovi Athanasius Schneider, José Luis Azcona Hermoso, Rudolf Voderholzer e Marian Eleganti – si elencano in particolare sei “atti sacrileghi”, tutti legati a quella che definiscono come “l’adorazione idolatrica della dea pagana Pachamama”, la statuetta che ignoti sottrassero durante il Sinodo sull’Amazzonia dalla chiesa di Santa Maria in Traspontina a due passi dalla basilica di San Pietro in Vaticano e gettarono nel fiume Tevere.
Torna in mente l’invito pressante di Gesù al Padre:
“… perché tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato. …. perché siano una sola cosa come noi siamo una sola cosa. Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell’unità e il mondo conosca che tu mi hai mandato e che li hai amati come hai amato me.” (Gv. 17,20-23 )
“O mia povera
povera Chiesa dei poveri,
che ti hanno fatto?
Rispondici.
Tu come Cristo confitto,
ansimi.
Percossa, inchiodata,
frustata.
Hanno voluto spegnere
le voci dei tuoi profeti,
disperdere come cenere
il sacrificio
dei tuoi martiri….”
Torna Signore ad attirare tutti a Te,
riconduci la Tua Sposa nel deserto
e parla al suo cuore.
…Fa che canti come nei giorni della sua giovinezza,
come quando uscì dal paese d’Egitto.
Il vescovo emerito di San Cristobal de las Casas (Messico)Felipe Arizmendi Esquivel, a proposito dell’accusa di adorazione idolatrica della dea pagana Pachamama ha dichiarato : «È una grande impudenza condannare il Papa come idolatra, perché non lo è stato né lo sarà mai. Al termine della cerimonia nei giardini vaticani, gli hanno chiesto una parola e lui si è limitato a pregare con il Padrenostro. Non c’è altro Dio all’infuori del nostro Padre celeste».
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