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Vangelo del giorno
Mercoledì 24  Aprile 2024


In quel tempo, Gesù esclamò:
«Chi crede in me, non crede in me ma in colui che mi ha mandato; chi vede me, vede colui che mi ha mandato. Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre.
Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo.
Chi mi rifiuta e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho detto lo condannerà nell’ultimo giorno. Perché io non ho parlato da me stesso, ma il Padre, che mi ha mandato, mi ha ordinato lui di che cosa parlare e che cosa devo dire. E io so che il suo comandamento è vita eterna. Le cose dunque che io dico, le dico così come il Padre le ha dette a me».(Gv 12,44-50)
Bibbia – CEI 2008
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Per citazione
(es. Mt 28,1-20):
Per parola:

Anche sulle labbra dell’ateo affiorano preghiere che gridano , nella profondità, una parola proclamata nel silenzio, il desiderio – rivestito di illusione – di una presenza – comunque, universalmente, impressa nell’intimo dell’uomo. Nella poesia di Giorgio Caproni un forte –  inconsapevole ? – richiamo a Giobbe in un provocatorio scambio interlocutorio  –  alla pari – con Dio “ dimentico”  delle sofferenze dell’uomo
   E’ meraviglioso lo sforzo del “ credente “ che si “ lascia forare le orecchie” nell’ascolto della profondità  appena percepibile dell’invocazione  di chi si considera “ ateo alla ricerca “ 

Dio di bontà infinita.
Noi preghiamo, per te.
Preghiamo perché ti sia lunga e serena la vita.
Ma anche tu, se puoi,
prega, qualche volta, per noi.
E rimettici i nostri debiti
come noi rimettiamo i tuoi.

 

Un’altra poesia che ci piace inserire in questo post è quella di Raissa, moglie del grande filosofo Jacques Maritain, ebrea, con intatto l’ amore per le sue radici  anche dopo la conversione al cattolicesimo.

Se noi gridiamo Abba ! Pater!
tu non ascolti il nostro grido.
Esso ritorna a noi come una freccia
che ha colpito il bersaglio impenetrabile.
Tu ci respingi nella notte,
E’ come se avessimo perduto il Padre nostro che è nei cieli.
Un baratro si è aperto tra la Misericordia e la Miseria e tu non vuoi superarlo.

 

Non abbiamo perduto il Padre perché è venuto col suo Figlio a percorrere con noi la Miseria, a sperimentare e provare “ sulla sua pelle”  l’umano terribile sentimento dell’ abbandono più totale per condividere fino in fondo la sofferenza dell’uomo e presentarla al Padre infinitamente innamorato di tutta l’umanità, sua creatura e  presenza misteriosamente collaborante quando veniva creata.

 

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